CHIEDI CHI ERA BARTALI: POLITICA E CICLISMO

Ogni giorno l’insegnante ha di fronte allievi che attendono fiduciosi la risposta a tutti i loro perché.

E allora, che nel cielo dei poeti Roberto Roversi mi perdoni se rubo le parole alla sua “Chiedi chi erano i Beatles”, facciamo che al primo banco ci sia “la ragazzina bellina di quindici anni di età, col suo naso garbato, gli occhiali e con la vocina. Che deve ancora imparare, che è nata ieri, che del resto ne sa proprio poco”. Che ci domanda chi era mai quel Bartàli (uso la parola piana non solo per esigenze metriche, ma anche perché fino al 1940 sui giornali sportivi resterà aperto il dilemma Bartali o Bartàli). Prendo il coraggio a due mani e sparo la mia risposta.

Bartali non è solo uno dei tanti eroi sportivi sfiorati dai grandi eventi. E’ un protagonista della Storia con la esse maiuscola.pdf......cliccare sull'icona per aprire il documento

L’ITALIA DI COPPI E BARTALI : POLITICA E CICLISMO

Il titolo della relazione non deve trarre in inganno. Ho focalizzato l’attenzione sulla figura di Bartali e provo subito a spiegarne i motivi.

Coppi e Bartali rientrano nel ristretto novero dei campioni assurti al ruolo di “eroi sportivi” secondo il procedimento descritto in un recente e bellissimo saggio da Daniele Marchesini. Ma solo al ciclista toscano tocca in sorte di intraprendere la metamorfosi in tre fasi distinte e cruciali della storia nazionale: l’apogeo ed il declino del regime fascista; il secondo conflitto mondiale e la guerra civile; lo scontro frontale tra le forze cattoliche ed il Fronte Popolare che caratterizza il dopoguerra. Questa straordinaria parabola pone Bartali a contatto con alcuni tra i maggiori protagonisti della storia italiana del Novecento, Mussolini e Starace, Pio XI e Pio XII, Gedda, De Gasperi, Andreotti, Togliatti, Einaudi.pdf......cliccare sull'icona per aprire il documento

JOE DI MAGGIO TRA STORIA E MITO

 “Datemi i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare libere, i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata”. Così recita “Colossus”, il sonetto di Emma Lazarus collocato alla base della Statua della Libertà. E i “rifiuti miserabili” accorrono a milioni da ogni angolo della terra, spinti dalla speranza di rifarsi una vita nella terra promessa, libera e generosa, dove le strade sono lastricate d’oro ed i tacchini cadono già arrostiti nei piatti. E’ il “sogno americano”, la convinzione che negli Stati Uniti sia possibile ottenere la ricchezza attraverso la determinazione e il lavoro. Il flusso più consistente proviene dall’Italia. Tra il 1876 ed il 1915 gli immigrati sbarcati negli States sono più di quattro milioni.pdf.......cliccare sull'icona per aprire il documento

LONDON CALLING: LO SPORT ITALIANO E LA GRAN BRETAGNA NEL LUNGO OTTOCENTO

“Tutti gli anni, verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava le tende vicino a Macondo e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni”. E’ la pagina iniziale di “Cent’anni di solitudine”. Il colonnello Aureliano Buendìa, di fronte al plotone di esecuzione, ci affida il suo ultimo messaggio: l’innovazione viene sempre dall’esterno. Al punto che l’intero corso della storia può essere letto alla luce degli effetti provocati dagli spostamenti degli uomini, dei loro prodotti materiali, dei loro modelli. L’onda dell’innovazione procede a partire dai fuochi culturali che con i loro bagliori più o meno intensi e duraturi illuminano le diverse epoche.L’onda dell’innovazione procede a partire dai fuochi culturali che con i loro bagliori più o meno intensi e duraturi illuminano le diverse epoche.pdf.......cliccare sull'icona per aprire il documento

PRIMA DI ROMA

L’assegnazione a Roma dei giochi della XVII Olimpiade corona il lungo inseguimento dell’unica potenza sportiva europea alla quale non era ancora stato concesso l’onore di ospitare il massimo appuntamento sportivo mondiale.

In precedenza l’Italia aveva assicurato la propria partecipazione ufficiale alle undici edizioni comprese tra i giochi intermedi di Atene del 1906 e le Olimpiadi di Melbourne del 1956: un viaggio lungo mezzo secolo che attraversa quattro distinti periodi della storia nazionale, prendendo le mosse dall’età giolittiana per transitare attraverso la dissoluzione dello stato liberale e l’instaurazione del regime fascista fino a concludersi con le vicende iniziali della prima repubblica.pdf.......cliccare sull'icona per aprire il documento

TRA GARIBALDI E VERDI: IL PRIMO EROE SPORTIVO DELL’ITALIA POSTUNITARIA

L’anno di scarsissima grazia è il 1933. Per i tipi della casa editrice milanese Bietti esce “Il Cavallo rosso. Memorie, figure, pensieri”.

L’autore, Giovanni Zibordi, è un monumento del riformismo italiano. Nato a Padova nel 1870, insegnante, giornalista, deputato, Zibordi è tra i principali animatori dello straordinario laboratorio di vita socialista che prende forma a Reggio Emilia attorno alla figura di Camillo Prampolini. Scampato ad un attentato squadrista, si vedrà costretto a trasferirsi a Milano, dove si guadagna da vivere impartendo lezioni private e svolgendo un’intensa attività pubblicistica e letteraria. Impossibilitato a scrutare in modo critico il presente, lo sguardo di Zibordi si volge all’indietro.pdf.......cliccare sull'icona per aprire il documento